Come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri
Pubblicato da Cecilia Roccatagliata il

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, ci sentiamo in dovere di esprimere il nostro sostegno a tutti coloro che lavorano per sensibilizzare le persone su questi temi così delicati ma importanti. Ed è proprio per la delicatezza dell’argomento che scegliamo di usare le parole di chi ha vissuto in prima persona la violenza del suo uomo diventando il simbolo della rinascita, stiamo parlando di Lucia Annibali, l’avvocatessa di Pesaro che nel 2013 è stata sfregiata con l’acido per volere dell’ex.
Il 25 novembre del 2013 ha tenuto il suo primo discorso durante l’incontro pubblico organizzato dai club femminili di Parma in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Siamo chiamati a scegliere che tipo di persone vogliamo essere. E sarebbe bello se, in questo momento di follia collettiva, voi ragazzi sceglieste di fare la differenza, di essere originali. Di essere gentili, affettuosi, amorevoli verso le vostre compagne, e viceversa. A voi ragazze auguro inoltre di scegliere innanzitutto il rispetto di voi stesse e del vostro corpo, di non annullarvi mai, di coltivare e proteggere la vostra dignità, di non fare mai niente che sia contro la vostra volontà o il vostro sentire, di essere libere di essere voi stesse, di mettervi sempre al centro, di non permettere a nessuno di convincervi che ci sia qualcosa che non va in voi. Perché la vita è troppo preziosa per passarla a essere infelici, e il tempo trascorso a permettere a qualcuno di ferirci non torna. Spero che farete questa scelta innanzitutto per la vostra felicità e poi anche per me, per chi soffre o ha sofferto, per farci sperare che le cose un domani saranno davvero diverse. C’è una frase che mi aveva colpito in passato: il comportamento rivela chi siamo. Fate sì che il vostro comportamento dica che siete brave persone, capaci di trovare empatia e generosità verso chi vi sta accanto.
Io ringrazio il mio volto ferito, che oggi mi dà la forza la possibilità di condividere con voi questi miei pensieri. Perché il mio volto ferito mi ha insegnato ad avere fiducia in me stessa, mi ha fatto fare quel salto verso la donna che desideravo diventare. Oggi mi sento padrona di me stessa, della mia vita, dei miei pensieri, del mio sentire, del mio corpo. Oggi ho un progetto, il mio viso è il mio progetto, dal quale ripartire per far sì che la mia vita da ora in poi sia una vita felice, vissuta in sintonia con me stessa. Il mio viso parla di me, del mio dolore, della mia fatica, della mia forza di volontà, della mia speranza, della mia gioia. Il mio viso oggi sono veramente io. Così la mia diversità non è affatto un limite per me, ma anzi è una grande opportunità di crescita e miglioramento. Per questo non mi sento in credito con la vita, ma anzi sono molto grata alla vita per avermi dato questa seconda meravigliosa possibilità.
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